Posizione
della città - Position of the city.
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La
provincia di Ferrara - Ferrara's disctrict.
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Zona
Centro - Central Area.
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Mappa della
città, zona ovest.
Map of the
city, western area.
Zona
ovest - Western Area
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Mappa della
città, zona est.
Map of the
city, eastern area.
Zona
Est - Eastern Area
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Mappa della
città, zona sud.
Map of the
city, southern area.
Zona
Sud - Southern Area
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Largo Castello. Tel. 299279 "loggia degli aranci" e le altane sopra le torri. L'opera fu completata da Alberto Schiatti. Il castello, legato principalmente alle vicende degli Estensi, rimase sede del loro potere fino al 1598; fu poi abitato dai cardinali Legati, rappresentanti del governo papale di cui Ferrara era feudo fino al 1859. Interessanti sono il cortile, le prigioni di Ugo d'Este e Parisina Malatesta, la sala del Rivellino e diversi scaloni rinascimentali. Al primo piano i saloni con affreschi del Bastianino e la cappella di culto calvinista di Renata di Francia. |
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Piazza della Cattedrale La cattedrale di Ferrara risale al 1135, anno in cui fu consacrata a S. Giorgio. É in stile romanico misto però ad elementi gotici. L'opera scultorea è attribuita a Nicholaus, grande maestro della scultura romanica il cui nome è scolpito stilla lunetta del portale raffigurante S. Giorgio che uccide il drago. Il protiro, del '200, è sorretto da leoni e telamoni, copie ottocentesche degli originali conservati nell'atrio della cattedrale. Nella loggetta una " Madonna con Bambino " di Cristoforo da Firenze del 1427. Il " Giudizio Universale ", nel timpano sovrastante, è rappresentato da un corteo di dannati, sul lato destro, e di beati sull'altro, rivolti verso i lunettoni laterali raffiguranti il pentolone infernale e Abramo; al vertice un Cristo giudicante con Arcangeli, S. Giovanni e la Madonna. L'abside della cattedrale è opera di Biagio Rossetti, aggiunta nel 1498. Il campanile iniziato nel 1412 su progetto di Leon Battista Alberti è rimasto incompiuto. L'interno della cattedrale, risistemato nel 1710, contiene opere molto importanti di B. Tisi da Garofalo ed E. Bonacossi. Molto importante è il grandioso affresco del Bastianino raffigurante il “ Giudizio Universale ”, ispirato all'analogo di Michelangelo, nel catino dell'abside centrale. Nel museo della cattedrale sono raccolte diverse |
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Corso Ercole I° d'Este, 21. Biagio Rossetti fu l'ideatore del palazzo iniziato a partire dal 1493 per volere di Sigismondo d'Este. Il palazzo rimase proprietà degli Estensi anche dopo la loro dipartita da Ferrara, fino al 1641 quando passò ai marchesi Villa che operarono alcune trasformazioni tra le quali l'inserimento del portale riccamente decorato. L'esterno deve la sua rilevanza oltre che alla sua espressività, allo spiccato senso urbanistico e prospettico. Le oltre ottomilacinquecento bugne di rivestimento, apparentemente uguali tra loro, sono invece conformate in modo da avere i vertici con asse perpendicolare alla facciata solo nella fascia mediana; nella zona alta l'asse è rivolto verso l'alto, nella zona bassa verso il basso. La forte sporgenza dei "diamanti" e la loro posizione, sfalsata da fila a fila, conferiscono alla parete marmorea un forte valore plastico mitigato tuttavia dalle paraste e dal balconcino d'angolo del Frisoni. Nel palazzo trovano sede la famosa Galleria Civica d’Arte Moderna nella quale sono ospitate via via mostre di autori contemporanei e, al piano nobile, la Pinacoteca Nazionale che contiene principalmente opere di pittori Ferraresi tra i secoli XIII e XVIII quali Cosmè Tura e Cristoforo da Bologna, Vicino da Ferrara, Simone dei Crocifissi, Battista e Dosso Dossi, Garofalo, Girolamo da Carpi, Bastianino, Scarsellino, ed altri come Carpaccio, Mazzolino, Bonomi. |
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C.so Porta Mare, 9.Tel. 206914 |
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Via Scandiana, 23 . Tel. 64178 |
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via Terranuova. Sorge in via Savonarola ed è stata edificata a partire dal 1494 da Biagio Rossetti nel luogo ove precedentemente vi erano un oratorio e due chiese dedicate al Santo. La facciata è a due ordini; l'inferiore è spartito da sei paraste marmoree; l'ordine superiore è il risultato del restauro subito dopo il terremoto del 1570. Come divisione tra questi corre un bel fregio in cotto costituito da medaglioni con aste di santi, opera di Gabriele Frisoni. L'interno, a croce latina, è a tre navate diviso da colonne; la decorazione dei pilastri angolari a fogliame, putti ed imprese, ed il fregio che corre sopra gli arti con le mezze figure di santi, è opera di Girolamo da Carpi (1501-1556). La chiesa era ricchissima di opere d'arte, particolarmente dipinti di Benvenuto Tisi da Garofalo, ora trasferiti alla Pinacoteca Nazionale e qui sostituiti da copie. Al Garofalo sono comunque attribuibili le figure affrescate che ornano lu stucco della " Flagellazione " e l'affresco con la " Cattura di Gesù". Sono inoltre qui conservati dipinti dello Scarsellino e del Bastarolo. Nel transetto sinistro si trova invece un'interessante sarcofago bizantino di provenienza ravennate ( V sec. d.C.) che servì come arca funeraria alla famiglia dell'Ariosto. |
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É oggi sede dell'Università degli Studi di Ferrara. Fu iniziato dai duchi d'Este nel 1475 e terminato nel 1487 su |
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L'attribuzione a Biagio Rossetti anche se non documentata sembra attendibile. Fu costruito nel 1508 per conto della famiglia Magnani proveniente dal veneto e stabilitasi a Ferrara nel XV secolo (Girolamo Magnani fu Segretario Maggiore di Alfonso). Fu uno degli ultimi lavori di Biagio Rossetti che con quest'opera contribuì alla saldatura tra la città antica e nuova. Lo stesso asse della Giovecca, lunga oltre 1 km e larga 15 metri è del resto una sua creazione. A questo palazzo dedicò cure minuziose soprattutto al risalto plastico delle decorazioni. È l'unica delle opere del Rossetti destinata ad una visione frontale. Il palazzo restò di proprietà dei Magnani fino al '700 per passare poi ai Roverella provenienti da Rovigo, che ebbero tra i loro avi cardinali e vescovi. Nel 1932 poi iniziarono i lavori di restauro con l'eliminazione di un " poggiuolo " in legno costruito nel 1705 ed il ripristino della trifora. La chiesa dei Teatini, di fronte, durante l'ultimo conflitto mondiale, fu colpita da diverse bombe che danneggiarono non pochi elementi dell'ornamentazione in cotto. Grazie ad attenti restauri, il palazzo Roverella ci è stato restituita in tutta la sua suggestiva bellezza. Dal 1867 è sede del Circolo Negozianti. |
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È certamente la via della città più suggestiva dopo Ercole I° d'Este. Lunga oltre 2 km (considerando via Coperta ) è probabilmente la via medioevale esistente più lunga in assoluto. Caratteristiche le volte che l'attraversano e che pare siano state costruite per recuperare spazi abitativi. La via era a supporto e servizio dell'attività commerciale, essendo state le attuali via Ripagrande e il suo proseguimento via Carlo Mayr (parallele alla via volte) banchine portuali quando il fiume sulle cui sponde nacque la città si chiamava Po grande. Il primo nucleo fu un castrum che i bizantini ravennati fondarono a difesa sulla riva del fiume. Siamo nel VIII secolo ed il terreno ferrarese era paludoso. Allora la cattedrale della città era San Giorgio che tale rimase fino alla costruzione dell'odierna cattedrale nel 1135. La città si espanse lungo il fiume e l'attuale via Volte come già detto, era frutto dell'espansione commerciale. La città nei secoli seguenti si allargò sempre più a nord fino a completarsi con l'addizione erculea. Vi consigliamo di percorrerla tutta per assaporarne gli scorci più suggestivi ricordandovi che dopo l'incrocio con via Gioco del Pallone è consigliabile girare in Carlo Mayr, poi in via Belfiore per immettersi successivamente in via Coperta. |
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Restaurate di recente, grazie all'attenzione suscitata da una mostra realizzata nel 1983 da Italia Nostra, "la Mura", come la chiamano i ferraresi, è ancora in gran parte conservata e riconoscibile nelle sue diverse fasi storiche. Sul percorso che segue incontriamo due grandi bastioni: è ciò che resta di una fortezza pentagonale fatta erigere nel 1618 di Papa Clemente VIII, radendo al suolo un castello preesistente, palazzi e la "delizia" estense di Belvedere. Più avanti le mura sono state abbattute per far spazio al serbatoio d'acqua inaugurato nel 1932. Da Porta Reno a Porta Romana camminiamo sulle rnura quattrocentesche di Borso I° d’Este, ma i baluardi furono aggiunti solo cent'anni dopo da Alfonso II. Il tratto successivo, da porta Romana a Corso Giovecca, fu costruito sotto Alfonso I che alla Montagnola aveva voluto un luogo di divertimento : I Bagni Ducali con grotte, voliere e acquari. Tutta la parte successiva racchiude l'Addizione voluta da Ercole I°. Il duca voleva coprirsi le spalle dagli attacchi dei veneziani durante la guerra del Sale (1482 - 1484). Biagio Rossetti, a cui venne affidato il progetto, riuscì a soddisfare sia le esigenze militari che quelle civili. È dai Rampari di Belfiore, oltre il verde del Cimitero ebraico e di quello della Certosa, che riusciamo a cogliere meglio l'atmosfera dell'Addizione che ha regalato alla città un respiro europeo. |
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Viale della Certosa. |
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Via Borgovado, 3. Antica chiesa ricostruita fra il 1495 e il 1518, ridecorata alla fine del XVI secolo. All'interno: dipinti di Girolamo da Carpi, Mona, Bononi, Filippi. Nel transetto destro: tempietto dedicato al "Preziosissimo Sangue" a ricordo di un fatto miracoloso che secondo la tradizione risale al 1171: stille di sangue sprizzarono dall'ostia consacrata sulla volta della cappella. |
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Piazzale S. Giorgio. Antica cattedrale di Ferrara dal VII sec. al 1135. All'interno: interessante tomba rinascimentale del vescovo Roverella, vicino all'altare maggiore. Tomba di Cosmè Tura. Interessanti le targhe di argento scolpite che adornano la tomba di S. Maurelio. |
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P.tta T. Tasso. |
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P.tta Schiatti. |
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Piazzale S. Benedetto. Dopo i gravi danni subiti nell'ultimo conflitto mondiale, la chiesa benedettina è stata ricostruita dopo il 1950, Opera di Biagio Rossetti è il grande complesso benedettino, mentre il campanile è attribuito a Giovan Battista Aleotti. |
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Via Pergolato, 4. Tel. 207825 |
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via Borgo di Sotto, 49. Tel. 741009 Chiuso sabato e festivi. Interessanti affreschi del XVI° sec. opera del Bastianino, Camillo Filippi, Nicolò Roselli e altri. Dietro l'altare una Resurrezione del XV° sec. |
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Vicolo del Gambone. Tel. 64068. Chiuso festivi. |
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Di fronte al Palazzo dei Diamanti è noto per il suo portale su corso Ercole I d'Este, forse il più significativo della scultura architettonica del ‘500. Il restauro ha restituito la raffinatezza policroma con ì colori bianco, rosa e grigio oggi ben visibili. |
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via Savonarola, 30. Tel. 240341 É uno dei migliori esempi di abitazione quattrocentesca. Costruita da Giovanni Romei, alla sua morte diventò parte del vicino convento del corpus Domini. Magnifico cortile. Al piano terra : sala affrescata (XV sec.) e piccolo lapidario. Al primo piano: sale con decorazioni del XVI sec. abitate di tanto in tanto dalle duchesse di Ferrara per periodi di riposo e meditazione. |
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c.so Giovecca, 170. Tel, 207450 |
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via delle Scienze, 17. Tel. 206977 Risale al 1391. Nel XVII sec. fu modificato per diventare sede dell'Università degli Studi fino al 1963. È ora sede |
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Via XX settembre, 124. Tel. 66299 Costruito da Biagio Rossetti, è ora sede del Museo Archeologico Nazionale. Qui sono conservati reperti archeologici rinvenuti nella necropoli di oltre 3000 tombe, della città greco - etrusca di spina. Stupendo il cortile d’onore, che |
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P.zza del Municipio. Fu la residenza ducale della famiglia d’este fino al XVI° sec. , quando gli Estensi si trasferirono al Castello. Costruito |
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C.so Ercole I° d'Este, 16. |
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via Borgo dei Leoni, 28. É forse l'unico esempio di architettura classicista. È un'opera del 1530 di Girolamo da Carpi. É recente il restauro del |
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via Ariosto, 65. oggi sede di una biblioteca di quartiere, fu fatta costruire da Ludovico Ariosto, probabilmente su disegno di Girolamo da Carpi. "Piccola ma adatta a me...è fatta con il mio denaro" ebbe a scrivere il poeta. Il figlio fece aggiungere la targa "sic domus haec Areosta propitios deus habeat olim ut pindarica" |
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Opera di Biagio Rossetti ( i due Palazzi Rondinelli e Strozzi - Bevilacqua, gli unici con il portico), attorno al 1950 fu |
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(Museo Ebraico) Non si può parlare di Ferrara senza tener conto della presenza degli Ebrei nella città. La comunità ebraica prosperò per tutto il '400 grazie alla particolare protezione accordata agli Ebrei dai duchi d'Este. In quel periodo furono aperte varie sinagoghe, finché nel 1627 gli Ebrei furono segregati nel ghetto e costretti a portare il “segno” sull’abito. La chiusura durò oltre un secolo. Le porte furono poi riaperte solo momentaneamente con l'occupazione francese del 1796 e definitivamente con l'Unità d'Italia. Negli anni '40 anche a Ferrara gli Ebrei furono deportati nei campi di sterminio e solo in cinque tornarono. Le vie del ghetto sono : via Mazzini, dove al n. 95 vi sono le due sinagoghe tutt’ora aperte in città; via Vignatagliata con gli edifici più vecchi, alcuni dei quali risalgono al '300. Lasciando la piazzetta Lampronti imboccate via Vittoria e fermatevi al n.41 dove era la scuola spagnola i cui arredi sono in parte nell'oratorio Lampronti di Livorno. |
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Al termine di C.so Giovecca. |
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Piazza Cattedrale. Tel. 207449. (Chiuso lunedì). Nell'attico della cattedrale, vi si accede per una scala posta a destra. L'attuale sistemazione risale al 1929. Di enorme |
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Via Scandiana, 23. (Palazzo Schifanoia). Tel. 64178. Il museo civico fu trasferito a Schifanoia nel 1897. Il patrimonio del museo è costituito da un cospicuo nucleo di |
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Via XX Settembre, 124. (Palazzo di Ludovico il Moro). Tel. 66299. (In parziale restauro). |
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C.so Ercole I° d'Este, 21 (Palazzo dei Diamanti). Tel. 205844. (Chiuso lunedì). Costituita nel 1836, sono conservati dipinti di Tura, Del Cossa, Bastianino, Carpaccio, Dossi, Garofalo, Perugino e altri. |
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Via Ercole I d'Este, 21 (Palazzo dei Diamanti).Tel. 209988 - 204828. La galleria internazionalmente conosciuta ha ospitato mostre monografiche di artisti contemporanei come De Chirico, Carrà, Warhol, Dali, Monet, Chagall, Morlotti, Max Klinger, Guttuso e nell'autunno '96 una grande mostra con i reperti di Pompei (oltre 1000 pezzi) e ricostruzioni di contesti abitativi di una casa nobiliare e di una popolare. |
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C.so Porta Mare, 9 (Palazzo Massari). Tel. 206914. Nel primo sono esposte un centinaio di opere tra cui cimeli e mobili del pittore, un pastello ed un disegno di Degas, ritraenti Boldini. Il secondo si snoda attraverso 11 sale, ciascuna dedicata ad un tema: L'800, la pittura di soggetto storico e letterario, il ritratto, opere di Previati e Mentessi, la veduta cittadina, il paesaggio, la collezione Zaini. |
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C.so Porta Mare 9 (Palazzo Massari). Tel. 206914. |
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C.so Giovecca, 170. Tel. 207450. É un importante museo dell'arredo del cinquecento. Tra i mobili, i grandi cassettoni intarsiati e uno studiolo del XVI sec. Ricordiamo il busto di Ercole I d'Este, proveniente dalla distrutta Porta del Barco. |
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(Domenica - giovedì, ore 10.00- 13,00) Via Mazzini, 95. Tel, 247004. Il Palazzo delle Sinagoghe è visitabile solo con guida e su prenotazione al n. 210228. |
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Vi sono raccolti epigrafi e sarcofaghi romani. Notevole l'apparato architettonico di Aurelia Eutychia del III sec.d.C.. |
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C.so Ercole I d'Este, 19. Tel. 205480. |
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E’ l’ultimo nato nella città (1995) e contiene opere del grande regista ferrarese. Al piano terra è visibile la serie di acquerelli "Le montagne incantate", al piano superiore si trovano ritratti, acquerelli, oli e dipintirealizzati con tecniche miste. |
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È un centro di studi sulle immagini stampate unico in Italia e all'estero. Le principali attività svolte sono tre: conservazione, studi e servizi per studenti, mostre e pubblicazioni. |
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Via De Pisis, 24. Tel. 203381. (Chiuso lunedì). Il Museo si snoda su due piani e comprende circa 8.000 pezzi divisi ed ordinati in diverse sezioni riguardanti le scienze naturali nel senso più ampio. |
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C. so Ercole I d'Este, 32. Tel. 210341. (La visita al museo è da concordare con la direzione). Sezioni di paleontologia umana e dei vertebrati, importante per la sua eccezionalità è la collezione dei denti di elefante, la più completa in Italia. |
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C.so P.ta Mare, 2. Tel. 205200.(Chiuso sabato e festivi). Si contano 1.700 specie, molte delle quali coltivate in serra. Oltre alle piante medicinali, ornamentali ed acquatiche, vi sono piante insettivore. |
Gastronomia tipica ferrarese
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Bologna, Modena e Ferrara si contendono l'invenzione delle tagliatelle. Cronache mai smentite raccontano che il 29 maggio 1503 giunse a Ferrara I.ucrezia Borgia per sposare Alfonso II° d'Este e lo scalco, ispirandosi a quei riccioli dorati, creò le tagliatelle. Tagliata in striscioline irregolari ( " maltajà " ) e cotta in brodo di fagioli è il piatto chiamato " sguazabarbuzz " ( sguazza - mento ). |
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L'origine dei "caplìt" é intrisa di sensualità e di amore. Venere in una delle sue discese fra i mortali, si sveglia una mattina in una locanda, tira il campanello e poco dopo compare il cuoco che, sconvolto dalla visione del corpo nudo della dea, torna in cucina e, pensando a quell'indescrivibile ombelico, compie il miracolo di inventare il cappelletto ( “La secchia rapita”, A. Tassoni, 1622). |
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All'inizio del '600 i conventi sono tanti e le suore inventano il pasticcio di maccheroni, che ha le fattezze e le dimensioni di un cappello da prete e che é probabilmente il più tipico ed originale piatto ferrarese. Dolce e salato, gustoso e sostanzioso, richiede una preparazione molto impegnativa. L'invulucro di pastafrolla contiene il pasticcio di maccheroncini i cui ingredienti sono funghi, burro, poco aglio, tartufi, ragù di vitello, pollo, manzo, rigaglia di pollo, latte, vino bianco, un goccio di marsala, cipolla, sedano e besciamella. Indorata la cupola con rosso d’uovo sbattuto, viene infornato. |
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Nato nel ‘600 dalle monache di clausura del convento del Corpus Domini, ha la caratteristica forma dello ‘zucchetto’, copricapo degli ecclesiastici. L’impasto è di farina, zucchero o miele, mandorle, cacao e cioccolato dolce in polvere, scorza d’arancia, mandarini e limoni, cannella e chiodi di garofano, sale ed in quantità, frutta candita. Viene cotto in forno, lasciato riposare per 10 giorni e quindi ricoperto di cioccolato fondente. |
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