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Ferrara : Città d'arte e di cultura
Ferrara : City of culture and art

Dislocazione della provincia.
How to reach Ferrara.
Posizione della città - Position of the city.

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Dislocazione della provincia di Ferrara - Download



Mappa della provincia, località e strade principali.
Map of the country, main roads and highways.
La provincia di Ferrara - Ferrara's disctrict.

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Principali strade della Provincia di Ferrara - Download


Mappa della città, zona centro.
Map of the city, central area.

Zona Centro - Central Area.

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Centro storico - Download

Mappa della città, zona ovest.
Map of the city, western area.

Zona ovest - Western Area

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Parte ovest della città - Download

Mappa della città, zona est.
Map of the city, eastern area.
 

Zona Est - Eastern Area

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Parte est della città - Download

Mappa della città, zona sud.
Map of the city, southern area.
 


Zona Sud - Southern Area

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Parte sud della città - Download



Monumenti
 ( Prefisso teleselettivo per Ferrara - 0532 )
Castello Estense  sec. XIV-XVI
Largo Castello. Tel. 299279 
Voluto dal Marchese Nicolò II, commissionato all'architetto Bartolino da Novara, fu costruito a partire dal 1385. Il progetto originale inglobò una torre preesistente già fortificata e circondata da un fossato, la "Torre dei Leoni". Vennero costruite altre tre torri riunite da corpi di fabbrica alti due piani coronati da merlature. L'edificio dapprima usato come sede militare, dalla seconda metà del ‘400 sotto le signorie di Borso e di Ercole I, diventò una espansione della residenza posta di fronte alla cattedrale e ad essa collegata da un percorso coperto trasformato poi in ala di palazzo. Con Ercole II, duca dal 1534 al 1559, il castello si trasformò in palazzo di corte assumendo l'aspetto architettonico che oggi vediamo. La trasformazione fu affidata a Girolamo da Carpi che, abbattuti i merli, li sostituì con balconate in pietra, rialzò l'edificio di un piano, ideò la 
"loggia degli aranci" e le altane sopra le torri. L'opera fu completata da Alberto Schiatti. Il castello, legato principalmente alle vicende degli Estensi, rimase sede del loro potere fino al 1598; fu poi abitato dai cardinali Legati, rappresentanti del governo papale di cui Ferrara era feudo fino al 1859. Interessanti sono il cortile, le prigioni di Ugo d'Este e Parisina Malatesta, la sala del Rivellino e diversi scaloni rinascimentali. Al primo piano i saloni con affreschi del Bastianino e la cappella di culto calvinista di Renata di Francia.

Cattedrale  sec. XII-XVIII
Piazza della Cattedrale 

La cattedrale di Ferrara risale al 1135, anno in cui fu consacrata a S. Giorgio. É in stile romanico misto però ad
elementi gotici. L'opera scultorea è attribuita a Nicholaus, grande maestro della scultura romanica il cui nome è
scolpito stilla lunetta del portale raffigurante S. Giorgio che uccide il drago. Il protiro, del '200, è sorretto da leoni e telamoni, copie ottocentesche degli originali conservati nell'atrio della cattedrale. Nella loggetta una " Madonna con Bambino " di Cristoforo da Firenze del 1427. Il " Giudizio Universale ", nel timpano sovrastante, è rappresentato da un corteo di dannati, sul lato destro, e di beati sull'altro, rivolti verso i lunettoni laterali raffiguranti il pentolone
 infernale e Abramo; al vertice un Cristo giudicante con Arcangeli, S. Giovanni e la Madonna. L'abside della cattedrale è opera di Biagio Rossetti, aggiunta nel 1498. Il campanile iniziato nel 1412 su progetto di Leon Battista Alberti è rimasto incompiuto. L'interno della cattedrale, risistemato nel 1710, contiene opere molto importanti di B. Tisi da Garofalo ed
E. Bonacossi. Molto importante è il grandioso affresco del Bastianino raffigurante il “ Giudizio Universale ”, ispirato all'analogo di Michelangelo, nel catino dell'abside centrale. Nel museo della cattedrale sono raccolte diverse
opere di C. Tura, J. Della Quercia, 8 arazzi del fiammingo G. Karcher e 24 libri corali con miniature.

Palazzo dei Diamanti  sec. XVI
Corso Ercole I° d'Este, 21.

Biagio Rossetti fu l'ideatore del palazzo iniziato a partire dal 1493 per volere di Sigismondo d'Este. Il palazzo rimase proprietà degli Estensi anche dopo la loro dipartita da Ferrara, fino al 1641 quando passò ai marchesi Villa che operarono alcune trasformazioni tra le quali l'inserimento del portale riccamente decorato. L'esterno deve la sua rilevanza oltre che alla sua espressività, allo spiccato senso urbanistico e prospettico. Le oltre ottomilacinquecento bugne di rivestimento, apparentemente uguali tra loro, sono invece conformate in modo da avere i vertici con asse perpendicolare alla facciata solo nella fascia mediana; nella zona alta l'asse è rivolto verso l'alto, nella zona bassa verso il basso. La forte sporgenza dei "diamanti" e la loro posizione, sfalsata da fila a fila, conferiscono alla parete marmorea un forte valore plastico mitigato tuttavia dalle paraste e dal balconcino d'angolo del Frisoni. Nel palazzo trovano sede la famosa Galleria Civica d’Arte Moderna nella quale sono ospitate via via mostre di autori contemporanei e, al piano nobile, la Pinacoteca Nazionale che contiene principalmente opere di pittori Ferraresi tra i secoli XIII e XVIII quali Cosmè Tura e Cristoforo da Bologna, Vicino da Ferrara, Simone dei Crocifissi, Battista e Dosso Dossi, Garofalo, Girolamo da Carpi, Bastianino, Scarsellino, ed altri come Carpaccio, Mazzolino, Bonomi.

Palazzo Massari   sec. XVII-XIX
C.so Porta Mare, 9.Tel. 206914 
Il complesso dei Musei ubicati nella palazzina dei Cavalieri di Malta e nel palazzo Bevilacqua - Massari si può considerare come un'unica "entità museale". I musei sono legati tra loro da un ideale continuum artistico e dalla unione materiale delle loro sale. Il Palazzo Bevilacqua - Massari venne edificato alla fine del XVI sec. subendo però importanti modifiche alla fine del XVIII sec.; allora infatti, il marchese Bevilacqua ingrandì il complesso costituendo il parco ed edificò l'attigua dependance, detta dei Cavalieri di Malta, poichè qui ebbero la loro sede dal 1826 al 1834. Dal 1848 divenne proprietà del conte Massari; nel secondo dopoguerra fu acquistato dal Comune dì Ferrara. Al piano nobile è sistemato il Museo Monografico Giovanni Boldini, importante pittore ferrarese, fine interprete della Parigi di fine secolo. Al primo piano è accolto il Museo Civico di Arte Moderna e contemporanea “F. de Pisis”. Trovano collocazione, nei vasti e sfarzosi saloni, decorati tra la fine del 1600 e il 1700, opere di Previati, Funi, De Pisis, Melli, Mentessi, Minerbi, Bonzagni. Nel retro del Palazzo sono state restaurate due piccole costruzioni, rispettivamente il deposito delle carrozze e la scuderia. Vi ha sede il Padiglione di Arte Contemporanea.

Palazzo Schifanoia  sec. XIV- XV
Via Scandiana, 23 . Tel. 64178 
Il nome dì Schifanoia (schivar la noia) ci riconduce alla funzione originaria del palazzo che era quella di "delizia" ovvero edificio immerso nella quiete dei giardini, fatto per il riposo ed il divertimento. Iniziato nel 1385, nel l391 il duca Borso lo fece sopraelevare di un piano. Dopo vari rimaneggiamenti, a lavori ultimati (1469), la volumetria dell'edificio doveva essere simile all'attuale anche se l'aspetto esterno era completamente diverso con la facciata dipinta a marmi policromi e con un coronamento a merli dipinti. Completava la facciata il bellissimo portale attribuito a F. del Cossa. La radicale trasformazione voluta da Borso comprende anche le decorazioni interne e tra esse quelle del Salone dei Mesi e della Sala degli Stucchi. L'intervento dì B. Rossetti del 1493, ampliò di altri sette metri il fabbricato uniformando  l'esterno con il cornicione rinascimentale. Poi, secoli di abbandono fino alla metà del1'800, quando furono scoperti, sotto l'intonaco gli affreschi del Salone di Mesi opera di F. del Cossa e E. de Roberti. Gli scomparti dei Mesi divisi in tre fasce orizzontali raffigurano in alto i trionfi degli Dei pagani, nel centro i segni zodiacali, e in basso scene di vita del duca Borso e di vita nei campi. Nell'ultima sala corrispondente all'ampliamento Rossettiano, si trova la parete dipinta a finti marmi, testimonianza dell'aspetto originale dei prospetti esterni.

Chiesa di S. Francesco  sec. XV-XVI
via Terranuova. 

Sorge in via Savonarola ed è stata edificata a partire dal 1494 da Biagio Rossetti nel luogo ove precedentemente vi erano un oratorio e due chiese dedicate al Santo. La facciata è a due ordini; l'inferiore è spartito da sei paraste marmoree; l'ordine superiore è il risultato del restauro subito dopo il terremoto del 1570. Come divisione tra questi corre un bel fregio in cotto costituito da medaglioni con aste di santi, opera di Gabriele Frisoni. L'interno, a croce latina, è a tre navate diviso da colonne; la decorazione dei pilastri angolari a fogliame, putti ed imprese, ed il fregio che corre sopra gli arti con le mezze figure di santi, è opera di Girolamo da Carpi (1501-1556). La chiesa era ricchissima di opere d'arte, particolarmente dipinti di Benvenuto Tisi da Garofalo, ora trasferiti alla Pinacoteca Nazionale e qui sostituiti da copie. Al Garofalo sono comunque attribuibili le figure affrescate che ornano lu stucco della " Flagellazione " e l'affresco con la " Cattura di Gesù". Sono inoltre qui conservati dipinti dello Scarsellino e del Bastarolo. Nel transetto sinistro si trova invece un'interessante sarcofago bizantino di provenienza ravennate ( V sec. d.C.) che servì come arca funeraria alla famiglia dell'Ariosto.

Palazzo Renata di Francia

É oggi sede dell'Università degli Studi di Ferrara. Fu iniziato dai duchi d'Este nel 1475 e terminato nel 1487 su
progetto di Pietro Benvenuti e successivamente di Biagio Rossetti. La struttura quattrocentesca era più corta della attuale e tale rimase fino al 1755 quando ad essa venne aggiunta la casa confinante. L'aspetto attuale risale al settecento ed è opera del Gavassini. L'unico elemento del quattrocento nella facciata è il portale rossettiano. L'organismo quattrocentesco è stato riscoperto dai restauri novecenteschi sul fronte che prospetta il cortile minore, nel cortile d'onore e nel fronte verso il giardino, Nei restauri, dopo l'eliminazione dei soffitti a volte del settecento, sono visibili nella forma originale le travi e i cassettoni del 1400. A nord un vasto parco recintato da un alto muro che faceva parte della prima edificazione anche se nel tempo diversa è stata la sistemazione. Il palazzo fu voluto da Ercole I d'Este, passò a G. Tassoni e ritornò dopo pochissimi anni agli Estensi. La fama del palazzo fu dovuta alla residenza dì Renata di Francia, Duchessa dì Ferrara e moglie di Ercole II, dopo l'allontanamento dal castello per la sua fede calvinista.

Palazzo Roverella

L'attribuzione a Biagio Rossetti anche se non documentata sembra attendibile. Fu costruito nel 1508 per conto della famiglia Magnani proveniente dal veneto e stabilitasi a Ferrara nel XV secolo (Girolamo Magnani fu Segretario Maggiore di Alfonso). Fu uno degli ultimi lavori di Biagio Rossetti che con quest'opera contribuì alla saldatura tra la città antica e nuova. Lo stesso asse della Giovecca, lunga oltre 1 km e larga 15 metri è del resto una sua creazione. A questo palazzo dedicò cure minuziose soprattutto al risalto plastico delle decorazioni. È l'unica delle opere del Rossetti destinata ad una visione frontale. Il palazzo restò di proprietà dei Magnani fino al '700 per passare poi ai Roverella provenienti da Rovigo, che ebbero tra i loro avi cardinali e vescovi. Nel 1932 poi iniziarono i lavori di restauro con l'eliminazione di un " poggiuolo " in legno costruito nel 1705 ed il ripristino della trifora. La chiesa dei Teatini, di fronte, durante l'ultimo conflitto mondiale, fu colpita da diverse bombe che danneggiarono non pochi elementi dell'ornamentazione in cotto. Grazie ad attenti restauri, il palazzo 
Roverella ci è stato restituita in tutta la sua suggestiva bellezza. Dal 1867 è sede del Circolo Negozianti.

Via Volte

È certamente la via della città più suggestiva dopo Ercole I° d'Este. Lunga oltre 2 km (considerando via Coperta ) è probabilmente la via medioevale esistente più lunga in assoluto. Caratteristiche le volte che l'attraversano e che
pare siano state costruite per recuperare spazi abitativi. La via era a supporto e servizio dell'attività commerciale,
essendo state le attuali via Ripagrande e il suo proseguimento via Carlo Mayr (parallele alla via volte) banchine portuali quando il fiume sulle cui sponde nacque la città si chiamava Po grande. Il primo nucleo fu un castrum che i bizantini ravennati fondarono a difesa sulla riva del fiume. Siamo nel VIII secolo ed il terreno ferrarese era paludoso. Allora la cattedrale della città era San Giorgio che tale rimase fino alla costruzione dell'odierna cattedrale nel 1135. La città si espanse lungo il fiume e l'attuale via Volte come già detto, era frutto dell'espansione commerciale. La città nei secoli seguenti si allargò sempre più a nord fino a completarsi con l'addizione erculea. Vi consigliamo di percorrerla tutta per assaporarne gli scorci più 
suggestivi ricordandovi che dopo l'incrocio con via Gioco del Pallone è consigliabile girare in Carlo Mayr, poi in via Belfiore per immettersi successivamente in via Coperta.

Le Mura di Ferrara sec. XV-XX

Restaurate di recente, grazie all'attenzione suscitata da una mostra realizzata nel 1983 da Italia Nostra, "la Mura", come la chiamano i ferraresi, è ancora in gran parte conservata e riconoscibile nelle sue diverse fasi storiche. Sul percorso che segue incontriamo due grandi bastioni: è ciò che resta di una fortezza pentagonale fatta erigere nel 1618 di Papa Clemente VIII, radendo al suolo un castello preesistente, palazzi e la "delizia" estense di Belvedere. Più avanti le mura sono state abbattute per far spazio al serbatoio d'acqua inaugurato nel 1932. Da Porta Reno a Porta Romana camminiamo sulle rnura quattrocentesche di Borso I° d’Este, ma i baluardi furono aggiunti solo cent'anni dopo da Alfonso II. Il tratto successivo, da porta Romana a Corso Giovecca, fu costruito sotto Alfonso I che alla Montagnola aveva voluto un luogo di divertimento : I Bagni Ducali con grotte, voliere e acquari. Tutta la parte successiva racchiude l'Addizione voluta da Ercole I°. Il duca voleva coprirsi le spalle dagli attacchi dei veneziani durante la guerra del Sale (1482 - 1484). Biagio Rossetti, a cui venne affidato il progetto, riuscì a soddisfare sia le esigenze militari che quelle civili. È dai Rampari di Belfiore, oltre il verde del Cimitero ebraico e di quello della Certosa, che riusciamo a cogliere meglio l'atmosfera dell'Addizione che ha regalato alla città un respiro europeo.

Certosa . sec. XV-XVI

Viale della Certosa.
Nata come monastero certosino, è da attribuire all'opera del Rossetti. Nel XIX secolo diventò il cimitero della città. È un complesso architettonico dì grande interesse. Qui sono le tombe di Borso e di Marfisa d'Este. La chiesa è un interessante edificio del XVI secolo, contenente diverse interessanti pitture di Bastianino e altri.

Chiesa di Santa Maria in vado . sec. XVI-XVII
Via Borgovado, 3. 

Antica chiesa ricostruita fra il 1495 e il 1518, ridecorata alla fine del XVI secolo. All'interno: dipinti di Girolamo da Carpi, Mona, Bononi, Filippi. Nel transetto destro: tempietto dedicato al "Preziosissimo Sangue" a ricordo di un fatto miracoloso che secondo la tradizione risale al 1171: stille di sangue sprizzarono dall'ostia consacrata sulla volta della cappella.

Chiesa di San Giorgio . sec. XV-XVIII
Piazzale S. Giorgio. 

Antica cattedrale di Ferrara dal VII sec. al 1135. All'interno: interessante tomba rinascimentale del vescovo Roverella,
vicino all'altare maggiore. Tomba di Cosmè Tura. Interessanti le targhe di argento scolpite che adornano la tomba di S. Maurelio.

Chiesa del Gesù . sec. XVI
P.tta  T. Tasso. 
Costruita nei 1570. All'interno: un interessante gruppo in terracotta, il cosiddetto "Mortorio" e, dietro all'altare maggiore, il mausoleo di Barbara d'Austria, seconda moglie di Alfonso II.

Chiesa di San Paolo . sec. XV-XVI
P.tta Schiatti.
É opera del 1575 realizzata su disegno di Alberto Schiatti. All'interno: dipinti del XVI e XVII secolo, nell'abside l'affresco "Elia rapito in cielo" dello Scarsellino.

Chiesa di San Benedetto . sec. XV
Piazzale S. Benedetto. 

Dopo i gravi danni subiti nell'ultimo conflitto mondiale, la chiesa benedettina è stata ricostruita dopo il 1950, Opera di Biagio Rossetti è il grande complesso benedettino, mentre il campanile è attribuito a Giovan Battista Aleotti.

Monastero del Corpus Domini . sec. XV
Via Pergolato, 4. Tel. 207825 
Antico convento fondato da Santa Caterina Vegri. Nel coro della Chiesa: tombe della famiglia d'Este (Alfonso I, Eleonora d'Aragona, Lucrezia Borgia e altri).

Oratorio dell'Annunziata . sec. XVI
via Borgo di Sotto, 49. Tel. 741009
Chiuso sabato e festivi. 

Interessanti affreschi del XVI° sec. opera del Bastianino, Camillo Filippi, Nicolò Roselli e altri. Dietro l'altare una Resurrezione del XV° sec.

Monastero di Sant'Antonio in Polesine . sec. XIII-XV
Vicolo del Gambone. Tel. 64068. Chiuso festivi. 
Complesso architettonico fondato nel 1249 da Beatrice d'Este. Nel coro importanti affreschi della scuola di Giotto e affreschi della scuola ferrarese del XV sec. Interessante gruppo di statue in terracotta policromia.

Palazzo Prosperi - Sacrati . sec. XVI

Di fronte al Palazzo dei Diamanti è noto per il suo portale su corso Ercole I d'Este, forse il più significativo della scultura architettonica del ‘500. Il restauro ha restituito la raffinatezza policroma con ì colori bianco, rosa e grigio oggi ben visibili.

Casa Romei . sec. XV
via Savonarola, 30. Tel. 240341 

É uno dei migliori esempi di abitazione quattrocentesca. Costruita da Giovanni Romei, alla sua morte diventò parte del vicino convento del corpus Domini. Magnifico cortile. Al piano terra : sala affrescata (XV sec.) e piccolo lapidario. Al primo piano: sale con decorazioni del XVI sec. abitate di tanto in tanto dalle duchesse di Ferrara per periodi di riposo e meditazione.

Palazzina Marfisa d'Este . sec. XVI
c.so Giovecca, 170. Tel, 207450 
Pregevole esempio di abitazione rinascimentale signorile. La Palazzina, con l'antica " Loggia degli aranci " nel grazioso giardino, fu abitata da Marfisa d'Este, figlia di Francesco d'Este. All'interno: affreschi a grottesche della scuola dei  Filippi, numerose sculture, mobili e oggetti di arredamento rinascimentali. Nella Loggia degli aranci la volta è decorata a finto pergolato con tralci di vite ed animali.

Palazzo Paradiso . sec. XIV - XVII
via delle Scienze, 17. Tel. 206977 

Risale al 1391. Nel XVII sec. fu modificato per diventare sede dell'Università degli Studi fino al 1963. È ora sede
della Biblioteca Comunale, con antichi volumi e manoscritti. All'interno: la tomba dell'Ariosto.

Palazzo Costabili detto di Ludovico il Moro . sec. XV
Via XX settembre, 124.  Tel. 66299 

Costruito da Biagio Rossetti, è ora sede del Museo Archeologico Nazionale. Qui sono conservati reperti archeologici rinvenuti nella necropoli di oltre 3000 tombe, della città greco - etrusca di spina. Stupendo il cortile d’onore, che
può essere ammirato anche dall’esterno.

Palazzo Municipale (ex palazzo ducale) . sec. XV-XVI
P.zza del Municipio. 

Fu la residenza ducale della famiglia d’este fino al XVI° sec. , quando gli Estensi si trasferirono al Castello. Costruito
nel 1243 fu ristrutturato a diverse riprese. Ai lati del volto di fronte alla Cattedrale le statue di Nicolò III a cavallo e del Duca Borso sul trono. Il grande volto immette nell'antico cortile ducale (oggi Piazza del Municipio) abbellito da uno scalone rinascimentale. All'interno: lo " Stanzino delle Duchesse " con affreschi del XVI sec.

Palazzo di Giulio d'Este . sec. XVI
C.so Ercole I° d'Este, 16.

Attribuito a Biagio Rossetti, fu fatto costruire da Giulio d'Este, fratello del Duca Alfonso I.

Palazzo Naselli - Crispi . sec. XVI
via Borgo dei Leoni, 28. 

É forse l'unico esempio di architettura classicista. È un'opera del 1530 di Girolamo da Carpi. É recente il restauro del
palazzo con la facciata in cotto e finestre a timpani triangolari ed ellittici alternati.

Casa dell'Ariosto . sec. XVI
via Ariosto, 65. 

oggi sede di una biblioteca di quartiere, fu fatta costruire da Ludovico Ariosto, probabilmente su disegno di Girolamo da Carpi. "Piccola ma adatta a me...è fatta con il mio denaro" ebbe a scrivere il poeta. Il figlio fece aggiungere la targa "sic domus haec Areosta propitios deus habeat olim ut pindarica"

Piazza Ariostea. Sec XVI

Opera di Biagio Rossetti ( i due Palazzi Rondinelli e Strozzi - Bevilacqua, gli unici con il portico), attorno al 1950 fu
sistemata come la potete vedere. La statua di Ludovico Ariosto nel centro della piazza è della fine dell'800. Vi si svolge l'ultima domenica di maggio il "Palio di Ferrara" con la gara dei cavalli, delle asine, dei putti e delle putte.

Il Ghetto e le Sinagoghe . sec. XIII-XVII
(Museo Ebraico) 

Non si può parlare di Ferrara senza tener conto della presenza degli Ebrei nella città. La comunità ebraica prosperò
per tutto il '400 grazie alla particolare protezione accordata agli Ebrei dai duchi d'Este. In quel periodo furono aperte
varie sinagoghe, finché nel 1627 gli Ebrei furono segregati nel ghetto e costretti a portare il “segno” sull’abito. La
chiusura durò oltre un secolo. Le porte furono poi riaperte solo momentaneamente con l'occupazione francese del
1796 e definitivamente con l'Unità d'Italia. Negli anni '40 anche a Ferrara gli Ebrei furono deportati nei campi di
sterminio e solo in cinque tornarono. Le vie del ghetto sono : via Mazzini, dove al n. 95 vi sono le due sinagoghe tutt’ora aperte in città; via Vignatagliata con gli edifici più vecchi, alcuni dei quali risalgono al '300. Lasciando la piazzetta Lampronti imboccate via Vittoria e fermatevi al n.41 dove era la scuola spagnola i cui arredi sono in parte nell'oratorio Lampronti di Livorno.

La Prospettiva . sec. XVIII
Al termine di C.so Giovecca. 
Fu edificata nel '700 da F. Mazzarelli e trasfomata in questo secolo con l'aggiunta di appendici laterali.


Musei
( Prefisso teleselettivo per Ferrara - 0532 )
Museo della Cattedrale
Piazza Cattedrale. Tel. 207449. (Chiuso lunedì). 

Nell'attico della cattedrale, vi si accede per una scala posta a destra. L'attuale sistemazione risale al 1929. Di enorme
valore sono dodici formelle provenienti dalla distrutta porta dei mesi, quattro grandi tele di C. Tura, due statue di J. Della Quercia.

Musei Civici di Arte Antica
Via Scandiana, 23. (Palazzo Schifanoia). Tel. 64178. 

Il museo civico fu trasferito a Schifanoia nel 1897. Il patrimonio del museo è costituito da un cospicuo nucleo di
collezioni. La più prestigiosa, è quella numismatica ricca di 100. 000 pezzi dall'età greca al XX secolo. La ceramica greca e graffita ferrarese, i codici, disegni e stampe, bronzi, sono alcune delle collezioni esposte.

Museo Archeologico Nazionale
Via XX Settembre, 124. (Palazzo di Ludovico il Moro).
Tel. 66299. (In parziale restauro). 
Conserva reperti archeologici provenienti dalla città greco - etrusca di spina. I grandi crateri del Pittore di Boreas e del Pittore di Chicago e la grande kylix (la più grande conosciuta) del Pittore di Pentesilea. Notevoli sono anche le opere di oreficeria, bronzistica, le ambre e le terracotte.

Pinacoteca Nazionale
C.so Ercole I° d'Este, 21 (Palazzo dei Diamanti).
Tel. 205844. (Chiuso lunedì). 

Costituita nel 1836, sono conservati dipinti di Tura, Del Cossa, Bastianino, Carpaccio, Dossi, Garofalo, Perugino e altri.

Galleria Civica d'Arte Moderna Contemporanea
Via Ercole I d'Este, 21 (Palazzo dei Diamanti).Tel. 209988 - 204828. 

La galleria internazionalmente conosciuta ha ospitato mostre monografiche di artisti contemporanei come De Chirico, Carrà, Warhol, Dali, Monet, Chagall, Morlotti, Max Klinger, Guttuso e nell'autunno '96 una grande mostra con i reperti di Pompei (oltre 1000 pezzi) e ricostruzioni di contesti abitativi di una casa nobiliare e di una popolare.

Museo Giovanni Boldini - Museo dell'Ottocento
C.so Porta Mare, 9 (Palazzo Massari). Tel. 206914. 

Nel primo sono esposte un centinaio di opere tra cui cimeli e mobili del pittore, un pastello ed un disegno di Degas, ritraenti Boldini. Il secondo si snoda attraverso 11 sale, ciascuna dedicata ad un tema: L'800, la pittura di soggetto storico e letterario, il ritratto, opere di Previati e Mentessi, la veduta cittadina, il paesaggio, la collezione Zaini. 

Musei Civici di Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis
C.so Porta Mare 9 (Palazzo Massari). Tel. 206914. 
Il museo si snoda attraverso le sale monografiche dedicate a grandi pittori ferraresi: Funi, De Pisis, Melli e altri.

Casa Romei
via Savonarola, 30. Tel. 240341. Oggi è adibita a museo, vi sono raccolti: affreschi, sculture e un lapidario. É conservata una delle rare testimonianze della pittura ferrarese del '200, raffigurante l'Annunciazione.

Palazzina Marfisa d'Este
C.so Giovecca, 170. Tel. 207450. 

É un importante museo dell'arredo del cinquecento. Tra i mobili, i grandi cassettoni intarsiati e uno studiolo del XVI sec. Ricordiamo il busto di Ercole I d'Este, proveniente dalla distrutta Porta del Barco.

Museo Ebraico
(Domenica - giovedì, ore 10.00- 13,00)
Via Mazzini, 95. Tel, 247004. 

Il Palazzo delle Sinagoghe è visitabile solo con guida e su prenotazione al n. 210228.
 

Civico Lapidario
             Via Camposabbionario, 1. Tel. 64178. 

Vi sono raccolti epigrafi e sarcofaghi romani. Notevole l'apparato architettonico di Aurelia Eutychia del III sec.d.C..

Museo del Risorgimento e della Resistenza
C.so Ercole I d'Este, 19. Tel. 205480. 
Sono conservati nel museo numerosi oggetti risorgimentali e documenti.

Museo Michelangelo Antonioni
C.so Ercole I d'Este 17. Tel. 206914. 

E’ l’ultimo nato nella città (1995) e contiene opere del grande regista ferrarese. Al piano terra è visibile la serie di acquerelli  "Le montagne incantate", al piano superiore si trovano ritratti, acquerelli, oli e dipintirealizzati con tecniche miste.

Museo dell'Illustrazione
Via Frescobaldi, 40. Tel. 211339. 

È un centro di studi sulle immagini stampate unico in Italia e all'estero. Le principali attività svolte sono tre: conservazione, studi e servizi per studenti, mostre e pubblicazioni.

Museo Civico di Storia Naturale
Via De Pisis, 24. Tel. 203381. (Chiuso lunedì). 

Il Museo si snoda su due piani e comprende circa 8.000 pezzi divisi ed ordinati in diverse sezioni riguardanti le scienze naturali nel senso più ampio.

Museo Geopaleontologico dell'Università
C. so Ercole I d'Este, 32. Tel. 210341. (La visita al museo è da concordare con la direzione). 

Sezioni di paleontologia umana e dei vertebrati, importante per la sua eccezionalità è la collezione dei denti di elefante, la più completa in Italia.

Orto Botanico
C.so P.ta Mare, 2. Tel. 205200.(Chiuso sabato e festivi). 

Si contano 1.700 specie, molte delle quali coltivate in serra. Oltre alle piante medicinali, ornamentali ed acquatiche, vi sono piante insettivore.

Gastronomia tipica ferrarese

Il pane :
Alla fine del ‘400 gli Estensi fecero del loro Ducato una grande potenza europea, dove le arti ebbero tanta importanza quanto, forse, le feste e i banchetti. Cristoforo da Messisburgo, diplomatico, scalco (cuoco) e maestro delle cerimonie di corte, presenta, nel 1536, a un banchetto di carnevale, il pane "ritorto". È l'origine della "ciupéta" la coppietta ), una fantasiosa combinazione di simboli sessuali maschili e femminili. Ha una parte centrale morbida da cui si dipartono quattro corna che finiscono, ritorcendosi a spirale, in una punta croccante.

La pasta sfoglia :

Bologna, Modena e Ferrara si contendono l'invenzione delle tagliatelle. Cronache mai smentite raccontano che il 29 maggio 1503 giunse a Ferrara I.ucrezia Borgia per sposare Alfonso II° d'Este e lo scalco, ispirandosi a quei riccioli dorati, creò le tagliatelle. Tagliata in striscioline irregolari ( " maltajà " ) e cotta in brodo di fagioli è il piatto chiamato " sguazabarbuzz " ( sguazza - mento ).

I Cappelletti :

L'origine dei "caplìt" é intrisa di sensualità e di amore. Venere in una delle sue discese fra i mortali, si sveglia una mattina in una locanda, tira il campanello e poco dopo compare il cuoco che, sconvolto dalla visione del corpo nudo della dea, torna in cucina e, pensando a quell'indescrivibile ombelico, compie il miracolo di inventare il cappelletto ( “La secchia rapita”, A. Tassoni, 1622).

I Cappellacci :
La paternità dei cappellacci (caplàz), nessuno la contesta. Le pastelle sono più spesse e più larghe e il ripieno é fatto di zucca gialla cotta al forno, setacciata e amalgamata con abbondante parmigiano grattugiato, noce moscata e sale e, a differenza dei cappelletti che devono sempre essere cotti in brodo, anche se saranno serviti asciutti, si cuociono in acqua salata, si colano e si spruzzano di ragù di carne o burro e salvia.

II Pasticcio di maccheroni :

All'inizio del '600 i conventi sono tanti e le suore inventano il pasticcio di maccheroni, che ha le fattezze e le dimensioni di un cappello da prete e che é probabilmente il più tipico ed originale piatto ferrarese. Dolce e salato, gustoso e sostanzioso, richiede una preparazione molto impegnativa. L'invulucro di pastafrolla contiene il pasticcio di maccheroncini i cui ingredienti sono funghi, burro, poco aglio, tartufi, ragù di vitello, pollo, manzo, rigaglia di pollo, latte, vino bianco, un goccio di marsala, cipolla, sedano e besciamella. Indorata la cupola con rosso d’uovo sbattuto, viene infornato.

La Salama da sugo :
Assaporarla é un evento, dà euforia, é probabilmente afrodisiaca e la sua straordinarietà é stata sancita universalmente, a cominciare da Lorenzo il Magnifico, fino a Mascagni, Ungaretti, Bacchelli, Greta Garbo, D’Annunzio e tanti altri. E’ preziosa e di vesciche necessarie per insaccarla ve n’è una sola per ogni maiale macellato. L’impasto è di fegato, lingua, carne di collo e gola, intriso di vino di Bosco ( rinforzato con marsala, cognac o rhum ), pepe, cannella e chiodi di garofano. Viene messa a stagionare per non meno di un anno, appesa al soffitto o sotto la cenere in un luogo buio fresco ed aerato. Viene fatta bollire a fuoco lento per quattro ore.

Il vino :
Ferrara ha un solo vino DOC. Nel 1528 Renata di Francia, figlia di Luigi XII viene a sposare Ercole II° d’Este. Renata lascia di sé molte tracce, influenza la cucina di corte e cura il vigneto ai confini delle Valli di Comacchio, impiantato con i 17 vitigni della Borgogna che aveva portato con sé. Il Vino in questione è quello di Bosco, prodotto ancora oggi, non supera i 10 gradi.

Il Pampapato :

Nato nel ‘600 dalle monache di clausura del convento del Corpus Domini, ha la caratteristica forma dello ‘zucchetto’, copricapo degli ecclesiastici. L’impasto è di farina, zucchero o miele, mandorle, cacao e cioccolato dolce in polvere, scorza d’arancia, mandarini e limoni, cannella e chiodi di garofano, sale ed in quantità, frutta candita. Viene cotto in forno, lasciato riposare per 10 giorni e quindi ricoperto di cioccolato fondente.
 

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